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La SEO è morta, viva la SMO!

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LA SEO È MORTA! VIVA LA SMO!

[stextbox id=”info”]FOCUS: ci s’interroga se la SEO abbia ancora la stessa importanza di qualche anno fa, raccontando la sua evoluzione verso la SMO (Social Media Optimization).[/stextbox]

La SEO è al capolinea?

la seo è morta

Mi trovo spesso a parlare di SEO con amici “addetti ai lavori”, così tra un caffè ed una chiacchiera sul nuovo algoritmo di Google, ci chiediamo se la SEO sia morente o se abbia ancora speranze di vita.

Il 2011 è stato un anno di grandi cambiamenti, è iniziato con l’annuncio di Google Panda che ha fatto stragi di siti ben posizionati che però sfruttavano infiniti elenchi di directory ed usavano in modo selvaggio l’article marketing. Il Panda di Google si è dimostrato tutt’altro che il mite e simpatico orsetto che eravamo abituati a considerare; sarebbe stato meglio chiamarlo Google Grizzly per quanto abbia scosso il mondo della SEO.

Le agenzie di SEO erano tutte concentrate sulla tecnica e sui trucchi più o meno leciti che permettevano a siti di dubbia utilità di essere posizionati in prima pagina.

Oggi, e per fortuna, l’aspetto fondamentale di ogni sito è il suo contenuto. Tuttavia concentrarsi sui contenuti è molto più difficile che fare un elenco di link; si è passati dalla quantità alla qualità,passaggio  che ha fatto traballare anche le grandi agenzie di SEO. Ad un tratto non bastavano più i soldi per comprare link, bisognava essere in grado di creare contenuto utile e ben scritto.

Avere centinaia di backlink generici ha perso la sua importanza, a vantaggio di pochi link ma di qualità, ovvero posizionati in contenuti in linea con il sito linkato ed in pagine con pochi altri link verso l’esterno.

Ecco quindi spuntare un concetto importante, quasi dogmatico: dal marketing tradizionale (outbound) siamo ormai passati all’inbound marketing ovvero dalle strategie per trovare clienti siamo passati alle strategie per farsi trovare dai clienti. Fanno parte dell’outbound marketing cose come la pubblicità in TV, la radio o volantini inviati a casa. Sono tutte attività che interrompono senza consenso ciò che le persone stanno facendo, come ad esempio vedere un film o ascoltare la musica. Sono azioni che si rivolgono ad un pubblico di massa con ritorni sugli investimenti non sempre misurabili.

Diversamente l’inbound marketing si basa su strategie che permettono di essere trovati dai potenziali clienti ovvero su tre concetti chiave:

  1. Contenuti (guarda un po’…);
  2. Search Engine Optimization (di nuovo la SEO?) e Social Media Optimization (SMO ovvero il futuro dell’Internet Marketing);
  3. I Social Network.

In altre parole la strategia di base (fondamentale) è scrivere contenuti di qualitàottimizzare il sito per favorire i motori di ricerca (farsi trovare da chi cerca) ma soprattutto usare i Social Network perraccontare della nostra attività o del nostro prodotto/servizio.

Possiamo tranquillizzarci ora? Abbiamo addomesticato il Panda? Sì, fino a quando Google non ci ha proposto Google Fresh!

Lo scopo di Google Fresh è fornire all’utente il contenuto più recente in un range di tempo sensibile. Un esempio? Quando c’è stato il lancio di Volunia (il nuovo motore di ricerca tutto italiano) mi è accaduto una cosa alquanto strana, così strana che ho immediatamente effettuato uno screen print di cui vi mostro il risultato (fate clic sull’immagine per ingrandirla):

 

Volunia prima di Google

Come potete vedere nel campo di ricerca avevo digitato la query google e come risultato ho ottenuto in prima posizione un articolo del Corriere della Sera che parlava di Volunia. Se guadate bene era una notizia pubblicata due ore prima che io effettuassi la ricerca. Per la cronaca, l’articolo faceva un confronto tra Volunia e Google. Aggiungo, per gli addetti ai lavori, che non ero connesso con nessun servizio Google e da poco avevo anche cancellato la cache. Ho effettuato la stessa ricerca mezzora dopo, ma l’articolo era già scomparso ed al primo posto era tornato, come ci si aspetterebbe, il link a Google.

Quali sono le implicazioni di Google Fresh? Questo nuovo algoritmo costringe i webmaster all’aggiornamento con maggiore frequenza dei contenuti del proprio blog o sito; questo vuol dire anche essere maggiormente informati e fornire contenuti non solo qualitativamente elevanti, ma ancheparticolarmente pertinenti con ciò che sta accadendo relativamente all’area d’interessa del sito.

Di nuovo l’accento sui contenuti e di nuovo le tecniche SEO passano in secondo (terzo? quarto?) piano.

Quindi la SEO è davvero morta? Forse sì, almeno la SEO che siamo abituati a pensare. Oggi la SEO si sta evolvendo sempre di più verso la SMO che è costituita da azioni sempre meno tecniche e conmaggiore importanza del fattore umano.

Le agenzie SEO, tutte incentrate sulla tecnica, sono seriamente in pericolo. Un bravo consulente conottime capacità di copywriting e marketing può fare la differenza. Infatti la SMO si basa su azioni come il commentare su altri blog in modo intelligente e non invasivo (SPAM), come quello dell’aggiornamento di stato nei profili dei Social Network, creando sondaggi, contenuti che favoriscano la loro condivisione. Il consulente SMO crea (inventa) video su Youtube, condivide foto, organizza flussi RSS per favorire gli aggiornamenti e, tra le altre cose, gestisce la reputazione online (ORM).

Sempre più aziende stanno comprendendo che è necessario non solo avere una presenza nei social network, ma anche gestirla in modo strategico, coinvolgendo gli utenti, coccolando i clienti, gestendo ed amplificando le relazioni, creando comunità.

Finalmente siamo tornati ad una gestione SEO/SMO dove l’uomo fa la differenza, dove non è solo una questione di chi ha più soldi, ma di chi ha maggiori capacità di scrivere un testo, di comunicare un sentimento, di raccontare una storia.

Personalmente mi piace molto questa nuova prospettiva, la ritengo non solo più utile, ma maggiormente democratica perché, potenzialmente, alla portata di tutti.

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